Significazione critica dell’opera “Il canto degli alberi luce”
di Lia Fantoni
Il delicato respiro, panico e animistico, della Fantoni chiama la natura con nome umano e abita il suo corpo materiale, aprendolo alle metamorfosi energetiche del desiderio di trasfigurazione. Il colore è onda vibrazionale, emozione sulla pelle, letteralmente è movimento sanguigno di vita: nigredo è ombra di latenza, rubedo è volontà, citrinitas è rispecchiamento, albedo è estensione, totalità nel movimento della cessione generosa, per l’oltre estatico, per l’oro filosofale della conoscenza, nello spazio fra sé e altro da sé.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti
"CALMA FLUISCO
CADO IMPETUOSA
SPECCHIO RIFRANGO
CANTO
GOCCIA RIVOLO OCEANO
DANZO
LIMPIDA FRESCA
ONDA PROFONDA
NASCONDO
SONO
ACQUA"
Titolo: ACQUA (Ritmi: Colore e Parole)
Tecnica: Acrilici su Tela
Misure: 100 x 100 Anno: 2012
L'opera rappresenta le nostre Memorie, il Ricordo (smarrito nel momento in cui ci siamo incarnati, identificandoci con la dualità-separazione dal Divino) di ciò che noi siamo, della nostra provenienza e meta: l'Unità. E' stata dipinta per l'8 marzo 2015, quindi è anche una sintesi dell'universo femminile: la donna portatrice di Luce e l'intensità delle sue emozioni (luce e ombra che coesistono). Emozioni che vengono espresse attraverso il colore: le gradazioni di rosso della passione-dolore e dell'amore, l'arancio della gioia-leggerezza, il giallo-bianco della luce, l'oro del Divino. L'uso di forme-frammenti geometrizzanti si ricollega a ”memorie” di mosaici bizantini, e di vetrate gotiche, idonei a riflettere raggi luminosi.